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Non è colpa degli ambientalisti, è colpa del consumo del suolo, della cementificazione selvaggia delle speculazioni

Quello che si doveva fare, ed è quello che chiedono spesso gli ambientalisti è:
rispettare il vincolo idrogeologico istituito con il Regio Decreto Legge del 30 dicembre 1923 n. 3267, non trovare tutti gli espedienti di deroga ai vincoli per superarlo, per nuove colate di cemento.

Rispettare il vincolo idraulico, non cercare di superarlo con ogni mezzo farlocco per costruire in deroga ai vincoli per superarlo per nuove colate di cemento.

Rispettare le mappe ISPRA di inedificabilità e di rischio frana troppo spesso oggi viste come un problema per la cementificazione e per il consumo di suolo anziché una risorsa.

Ripristinare il Corpo Forestale dello Stato nelle sue funzioni operative di tutela del territorio, corpo forestale de mansionato e sgretolato dalle sue funzioni dalla riforma Madia ad opera del
Governo Renzi.

Decostruire nelle aree più fragili e rinaturalizzare fiumi e torrenti, regimare le acque dove servono, piantare alberi dove possibile al fine di stabilizzare il suolo.

Pianificare interventi di messa in sicurezza idraulica e idrogeologica, in che non significa maggiore cemento ma interventi puntuali, sostenibili e resilienti di difesa idraulica e idrogeologica dei territori.

Informare la popolazione e renderla consapevole dei pericoli dei luoghi in cui vive in relazione a fenomeni climatici estremi, che potranno solo peggiorare nei prossimi anni a causa dei cambiamenti climatici causati dal consumo di fonti fossili.