Negli ultimi anni, la transizione energetica è diventata una priorità globale, con molti Paesi che cercano di accelerare lo sviluppo delle energie rinnovabili. Tuttavia, non tutti adottano lo stesso approccio. Un caso emblematico è la differenza tra Francia e Italia nel settore del fotovoltaico.
Mentre la Francia ha varato una legge che impone l’installazione obbligatoria di pannelli solari sui grandi parcheggi, l’Italia continua a puntare su incentivi e agevolazioni senza una normativa vincolante, rischiando di perdere il vantaggio energetico che potrebbe derivare dalla sua posizione geografica privilegiata: l’Italia è il paese del sole, ma non lo sta sfruttando adeguatamente.
La Francia impone il fotovoltaico nei parcheggi
A partire dal 2024, in Francia tutti i parcheggi con una superficie superiore ai 1.500 metri quadrati dovranno coprire almeno il 50% della loro area con pannelli fotovoltaici. La norma, parte della legge sulle energie rinnovabili (APER), fissa scadenze precise:
• Entro luglio 2026, l’obbligo si applica ai parcheggi superiori a 10.000 mq.
• Entro luglio 2028, toccherà a quelli tra 1.500 e 10.000 mq.
L’obiettivo è chiaro: sfruttare le superfici già cementificate per produrre energia pulita senza ulteriore consumo di suolo. Le sanzioni per chi non rispetta la legge possono arrivare fino a 40.000 euro all’anno, garantendo un’azione rapida ed efficace.
E in Italia? Solo incentivi e nessun obbligo
L’Italia, invece, non ha ancora adottato una normativa simile. L’attuale governo ha introdotto diverse misure per incentivare il fotovoltaico, tra cui:
• Fondi per le PMI: 320 milioni di euro per agevolare l’installazione di impianti solari ad autoconsumo.
• Semplificazione burocratica per chi vuole realizzare impianti fotovoltaici.
• Investimenti delle Ferrovie dello Stato: 1,3 miliardi di euro per costruire un impianto solare da 1 GW.
Questi interventi, seppur utili, non garantiscono un’installazione diffusa e rapida come il modello francese. L’assenza di un obbligo specifico significa che molte aziende e proprietari di parcheggi possono scegliere di non investire nel fotovoltaico, rallentando la crescita della produzione di energia pulita.
Inoltre, senza un obbligo di installazione su superfici già impermeabilizzate come i parcheggi, l’Italia rischia di favorire la proliferazione di impattanti impianti solari a terra, che consumano suolo e terreni agricoli, sottraendoli alla produzione di cibo.
Perché il modello francese è più efficace?
L’approccio francese si distingue per tre motivi fondamentali:
1. È obbligatorio: Nessuna scelta discrezionale, tutti i grandi parcheggi devono adeguarsi.
2. È rapido: Con scadenze precise (2026 e 2028), la diffusione del fotovoltaico è garantita in pochi anni.
3. Non consuma suolo: Si sfruttano aree già esistenti, senza bisogno di nuove infrastrutture.
L’Italia, invece, rischia di procedere a ritmo troppo lento, con installazioni limitate solo a chi decide volontariamente di investire nel fotovoltaico. Il rischio è che l’Italia perda il vantaggio energetico di essere un paese con altissima esposizione solare, lasciando spazio a politiche meno efficaci e più dannose per l’ambiente.
Serve un cambio di passo
Se l’Italia vuole davvero accelerare sulla transizione energetica, deve prendere esempio dalla Francia e adottare una legge vincolante che imponga l’installazione di pannelli solari sulle grandi aree parcheggio, sulle coperture dei centri commerciali e delle industrie.
Solo così si potrà ottenere un aumento significativo della produzione di energia rinnovabile in tempi brevi e senza ulteriore consumo di suolo.
L’energia del futuro è rinnovabile: la Francia lo ha capito e ha agito. L’Italia seguirà questo esempio o continuerà a perdere tempo, rischiando di compromettere il suo futuro energetico e ambientale?
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